La Memoria del Novecento è Legge. Mezzetti: "Un dovere nei confronti dei giovani"

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante: “Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna” (ogg. 1887)

(Seduta del 2 marzo 2016 – antimeridiana)

Signora Presidente, colleghi,

anch’io credo che la tappa di oggi rappresenti la conclusione di un lavoro che è stato fatto con il contributo di tutti. Credo che la relatrice Ravaioli abbia cercato di tener presente tutta la complessità che attorno a questo tema si muove. Si tratta di una legge importante che si caratterizza per riconoscere autorevolezza e legittimità istituzionale a un mondo che in Emilia-Romagna è già presente, prevedendo una serie di interventi e strumenti di lavoro e dando quindi un finanziamento a tutte quelle associazioni che compiono ogni giorno un lavoro straordinario, dalle fondazioni, agli istituti storici, all’associazionismo culturale, all’associazionismo delle vittime del terrorismo e tutte quelle citate.

Voglio porre l’accento sul ruolo didattico e formativo di ricerca e di divulgazione che svolgono ogni giorno queste componenti, in un lavoro rivolto alle nuove generazioni, attraverso una collaborazione con le scuole e le università che certo può essere sempre più implementata, ma che oggi conta dei numeri sorprendenti, senza dimenticare i viaggi della memoria, qualcuno lo diceva già prima, che sono un tratto anche distintivo di un impegno e di un’azione culturale che questa Giunta e questa Assemblea legislativa promuovono in ogni occasione.

Permettetemi una riflessione su questo tema delle giovani generazioni. Lo studio, la ricerca, la divulgazione e la promozione delle iniziative contenute in questa legge si rivolgono spesso ad avere una particolare attenzione nei diversi articoli ai giovani.

La nostra Regione rimarca, quindi, secondo il mio punto di vista, non solo una legge che pone e dà anche, a seguito del riordino, un’organicità agli interventi, ma rimarca un messaggio di una cultura della memoria, che è un tema centrale per la nostra comunità regionale e il nostro agire politico quotidiano.

La memoria, oltre che conservarla, è importante viverla e per viverla si deve farla propria: una cultura dell’agire nel presente per costruire un futuro migliore. Un popolo che non conosce più i valori e le tragedie del proprio passato, anche con un approccio critico che credo la ricerca storica stessa sia in grado di promuovere, è destinato a perdere la bussola del proprio futuro. Consegnarla ai giovani vuol dire cercare di stimolare in loro quell’approccio consapevole che deve essere poi la radice anche dell’educazione alla cittadinanza. Parlando di storia del Novecento voglio fare alcune considerazioni sulla storia degli anni Sessanta e Ottanta. In diverse occasioni è emerso un dato significativo: la maggior parte dei giovani non ha cognizione degli eventi che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese negli anni Sessanta e Ottanta nel Novecento, quando, per esempio, Bologna è stata colpita dall’attentato che ha provocato la più grave strage di vittime civili in Europa. Di quegli anni non si parla molto né in famiglia e purtroppo a volte non vengono affrontati nemmeno a scuola. Di qui credo l’importanza di riannodare il filo della memoria e della storia attraverso il dialogo e la valorizzazione delle testimonianze del materiale documentario, non solo per costruire un ponte tra le generazioni, ma anche e soprattutto per stimolare la conoscenza e la riflessione sulle dinamiche che hanno governato quel periodo.

In quegli anni vi sono le radici della società odierna. Ignorarne la storia impedisce di comprendere appieno il nostro presente e credo che questo lavoro rivolto verso le nuove generazioni diventi così essenziale e necessario per fare acquisire quelle competenze e per esercitare i propri diritti e doveri e partecipare attivamente alla vita democratica della propria società. Anche per questo mi pare importante richiamare il protocollo d’intesa avvenuto tra Ministero dell’istruzione e le associazioni delle vittime delle stragi, molte delle quali appartenenti e presenti sul nostro territorio regionale, avvenuto il 9 maggio del 2014, che si propone proprio di realizzare iniziative didattiche e formative e di approfondire il tema del terrorismo e conservarne tra i giovani la memoria di tutte le vittime e di tutte le stragi di ogni matrice.

“Mettere a disposizione strumenti di conoscenza e stimolare lo spirito critico”. Credo che questi siano gli obiettivi fondamentali attraverso i quali passa un messaggio importante: continuare a porsi delle domande su tutti i fatti del Novecento anche da parte di chi non li ha conosciuti direttamente.

Questa domanda dovrebbe essere anche il motore di volontà e di ragione indispensabile per far sì che, appunto, gli uomini restino in qualche modo in contatto con la realtà che vivono e possano, quindi, avere un anticorpo alla relativizzazione, all’indifferenza e alla distrazione che, a volte, è anche figlia dei nostri tempi. Penso che oggi, con l’approvazione di questa legge, mettiamo a disposizione di tutte le generazioni della nostra Regione un patrimonio importante.

Grazie