L’Assemblea legislativa nella seduta del 28 febbraio 2017 ha approvato il Programma Regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità (INFEAS) 2017/2019

Il mio intervento in aula

Il programma che andiamo oggi ad illustrare credo meriti un approfondimento per quanto riguarda i contenuti che riporta. Dal 1999 ad oggi questo è il settimo programma triennale di educazione ambientale alla sostenibilità, uno strumento che si è caratterizzato in particolare in quest’ultima redazione per un metodo veramente partecipativo, riconosciuto da tutti e che si approccia a guardare in modo sistemico ed integrato tutti gli aspetti che riguardano l’educazione ambientale alla sostenibilità, dall’educazione formale, non formale e informale e anche per le nuove modalità di collaborazione e partnership interistituzionale e pubblico-privato; una cooperazione virtuosa che vede in questo strumento oltre cinquecento progetti cogestiti da scuole e centri di educazione alla sostenibilità sul territorio, che hanno fatto crescere la cultura ambientale della nostra Regione. Questo programma si rivolge in particolare alle scuole, alla cittadinanza, in un’ottica anche trasversale, come dicevo, per promuovere quelle conoscenze, quella consapevolezza e quei comportamenti che ritroviamo in tante azioni delle politiche innovative già attuate dalla nostra Regione.

È un percorso, un processo che vuole mirare ad aiutare le persone partendo proprio dalle nuove generazioni e interpretare, in chiave integrata e sistemica, la realtà, facendo particolare attenzione anche quelli che sono gli stili di vita in modo sostenibile anche per i più piccoli, ma in modo concreto a mettersi alla prova, a misurarne i benefici ambientali, economici e sociali.

Il programma si articola su quattro parti e voglio citare la prima che sicuramente viene prospettata in principi e strategie per la sostenibilità e l’educazione con quelle che sono state le fonti di ispirazione di rielaborazione e anche di condivisione nel percorso fatto partire dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Potrei citare l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, così come l’economia circolare proposta dalla Unione europea, la COP21 sul cambiamento climatico e le linee guida dell’educazione ambientale dei Ministeri ambiente e istruzione, dove si rilancia – e in questo il programma viene ripresa in modo molto strutturato – una rinnovata strategia d’azione per reintegrare l’ambiente e la sostenibilità nella scuola e nei territori.

Il programma, quindi, dà attuazione, a livello regionale, agli obiettivi strategici dell’Agenda Onu 2030 per la sostenibilità e in specifico al GOAL 4 sull’educazione sostenibile e a tutte quelle elaborazioni dei dodici tavoli di lavoro della recente Conferenza nazionale di educazione ambientale che si è svolta di recente, nel novembre 2016.

In questa Conferenza, con l’uscita dei bandi PON e in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, si aprono per noi delle grandi opportunità sia in termini di risorse, ma anche di nuove progettualità. Si mira a continuare quelle progettualità che hanno avuto successo e che hanno avuto delle campagne di sensibilizzazione importanti.

Nella seconda parte abbiamo sicuramente le politiche e le azioni che l’Emilia-Romagna per la sostenibilità ha rappresentato in una visione di insieme, ma quello che mi preme più sottolineare è la parte più corposa, cioè la terza, dove abbiamo tutte quelle azioni integrate, educative, che vogliono riportare due chiavi di lettura in quell’ottica multidisciplinare che riguardano in particolare l’economia circolare, le città resilienti, le mitigazioni e gli adattamenti del cambiamento climatico.

Tra tutte le aree di intervento, circa dieci, abbiamo l’educazione alla legalità e all’ambiente, l’educazione alla mobilità sostenibile, all’economia circolare, alla cittadinanza e alla cura dei beni comuni. Io credo che su questo si possa rilevare come questo programma abbia abbracciato in modo anche partecipato, partendo anche dalle buone prassi che già ci sono, quelli che sono i fiori all’occhiello dei nostri centri di educazione alla sostenibilità sul territorio, che gestiscono e realizzano tante delle attività.

Nell’ultima parte del programma si pone sicuramente il tema della governance della organizzazione, del sostegno e del monitoraggio della rete; un lavoro che anche su questo ha visto come particolari protagonisti un rapporto proficuo e di cooperazione tra le Istituzioni scolastiche, ma anche un rinnovato patto di collaborazione con le università.

In questo strumento facciamo quello che non solo abbiamo definito tra le priorità, ma una pratica che alimenta e trova anche nuove formule di compartecipazione in quelle che sono le principali strategie regionali di innovazione. Penso che su questo si debba puntare. Il metodo credo che sia stato apprezzato per arrivare davvero anche a costruire un nuovo senso di civismo e di partecipazione in un curricolo ecologico che riguarda tutti.

 

MARCHETTI Francesca. Mi scuso fin da subito se farò cadere il tono culturale e l’altezza spirituale del dibattito, in quanto ritengo di riportare l’attenzione, dalla tanto decantata Enciclica Laudato si’, all’oggetto di oggi. Magari propongo che si possa fare una bella riflessione sull’Enciclica a 360 gradi, quanto invece nel programma di oggi viene richiamato in un’ottica laddove questa Enciclica è stata uno dei documenti, sul rapporto tra scienza e religione, in un dialogo di un nuovo rapporto di come l’uomo agisce sulla natura, che penso vada riportato ai fini dell’atto che andiamo ad approvare oggi.

Sono un po’ rammaricata proprio perché considero di enorme intelligenza il collega Foti e ritengo che il suo intervento non sia stato noioso. Casomai credo che non si sia preso atto del grosso patrimonio di risorse umane che abbiamo estratto visto che educare significa “tirar fuori”, ex ducere.

Penso che, partendo proprio da un percorso partecipato, abbiamo tirato fuori il meglio di ciò che si potesse fare in un’ottica di principi e strategie che il documento orienta, con un approccio culturale nuovo – non accetto che venga definito come un copia-incolla di qualcos’altro – e sicuramente tenendo presente le progettualità e le esperienze dei nostri ragazzi, delle nostre scuole e dei nostri enti locali.

Voglio sottolineare nuovamente in modo positivo come in questo atto andiamo a costituire e a valorizzare in un’ottica integrata e di prospettiva questa infrastruttura culturale che può permettere davvero alla nostra Regione di ritrovare in tutte le sue azioni un filo conduttore, ritengo, molto positivo.

Rispetto ad alcune sollecitazioni – non posso tacere rispetto all’ottica di genere o a quanto veniva citato già in Commissione, ne avevamo discusso –, credo che sia chiaro come nel presente atto ci si riferisca al tema della prevenzione, al tema degli stili di vita, che sicuramente vedono, in un’ottica anche di genere, un principio fondamentale di orientamento della nostra Regione.

Non voglio far dimenticare che proprio da poco questa Regione si è apprestata anche ad approvare un bilancio di genere, quindi vogliamo dare anche una prospettiva diversa.

Il parere nostro, del Partito democratico, naturalmente sarà positivo, cercando anche di rimettere al centro il dibattito di oggi.

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