“Un’importante opportunità per il territorio”. Birrifici, coltivatori, artigiani e cooperativisti promuovono la proposta di legge regionale a favore della “birra a chilometro zero”, mentre il settore commerciale esprime perplessità sulla capacità dei microbirrifici di offrire direttamente al pubblico i propri prodotti.

Ciò è emerso durante l’audizione tenutasi nel corso della commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini, dove si è discusso della proposta di legge ideata da Matteo Rancan (Lega) e sottoscritta anche da rappresentanti di Pd, ER Coraggiosa, Italia-Viva, Fdi, Rete Civica, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Europa Verde e Lista Bonaccini.

“È un segnale positivo che la proposta di legge abbia ottenuto l’appoggio di tutti i gruppi assembleari. Si tratta di un tema di grande rilevanza per l’Emilia-Romagna: siamo aperti a suggerimenti e proposte da parte di tutti gli attori interessati”, sottolinea la presidente Rontini. “L’obiettivo è valorizzare l’intera catena produttiva della birra a chilometro zero, dalla produzione agricola al consumatore finale. Accogliamo con favore contributi e osservazioni per elaborare una legge frutto del lavoro congiunto di un intergruppo che coinvolga tutti i gruppi assembleari”, spiega la relatrice Francesca Marchetti (Pd), che rimarca l’intenzione di definire norme chiare a tutela della qualità del prodotto e dei processi di produzione, incluso l’istituto di un marchio per le birre artigianali e la creazione di un registro dei birrifici.

“Condividiamo l’impostazione della proposta di legge, ma riteniamo necessarie alcune modifiche, tra cui l’uniformità delle regole per tutti gli operatori del settore”, dichiara Cristian Lertora (Fiep Confesercenti Emilia-Romagna), seguito da Roberto Melloni (Fipe Emilia-Romagna), il quale evidenzia che “comprendiamo l’intento di valorizzare i microbirrifici, ma nutriamo perplessità sulla loro capacità di vendere direttamente le birre”. Anche Marco Pasi (Confesercenti) è netto: “In altre Regioni, le leggi sui birrifici parlano di vendita, non di somministrazione. La degustazione è una cosa, la somministrazione un’altra”.

A queste perplessità replica Federico Bianco (UnionBirrari), il quale ritiene che “come birrai, accogliamo con favore questa legge, che prevede la somministrazione al pubblico, come già avviene per altri prodotti come il vino. È giusto che vi siano regole uniformi per tutti. Inoltre, è importante sviluppare una filiera delle materie prime, considerando che attualmente importiamo tutto dall’estero. Sostenendo la filiera interna, si promuove anche l’agricoltura. L’istituzione di un registro dei microbirrifici e del marchio di birra a chilometro zero è un’ottima iniziativa. Questa legge ci permette di lavorare meglio, generando un aumento del turismo e un indotto significativo per altre attività economiche, a partire dal settore commerciale e dei locali”.

Anche le associazioni di categoria del settore agricolo, commerciale e cooperativo sostengono la legge.

Riccardo Evangelisti (Cia) evidenzia come “per noi questa legge sia strategica soprattutto per l’agricoltura: è fondamentale sostenere l’intera filiera senza eccessivi oneri burocratici, altrimenti un’opportunità diventa un problema. Accogliamo positivamente l’idea di un marchio che valorizzi il nostro territorio, in particolare l’Appennino”. Eugenia Fazio (Coldiretti) concorda, affermando che “stiamo lavorando a una legge regionale per un settore finora trascurato. Non vi è alcuna contrapposizione con il settore commerciale e dei locali”.

“È cruciale avere una legge che tuteli e promuova la birra artigianale e i microbirrifici, valorizzando l’intera catena produttiva della birra e riconoscendo il ruolo essenziale dei birrifici”, afferma Claudia Ramiri (Cna Agroalimentare), chiedendo una semplificazione delle pratiche burocratiche previste dal progetto di legge. Loretta Dosi, intervenuta a nome di Alleanza Cooperativa Italiana, sottolinea che “abbiamo discusso questa legge con i nostri soci ed essi sono entusiasti. Chiediamo di valutare forme di sostegno per le cooperative sociali coinvolte nella produzione di birre”.

L’importanza della proposta di legge è confermata anche dai rappresentanti di alcuni birrifici: “Quando ho letto il testo di questa legge, mi sono sentito riconosciuto: il mio birrificio è immerso nella natura; quante volte ho dovuto spiegare ai visitatori che non potevano degustare i miei prodotti, mentre chi visita una cantina può assaggiare il vino?”, spiega Marco Tamba (Birrificio La Mata).

A sostenere il progetto di legge anche l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi, che ricorda come “i microbirrifici siano un valore aggiunto per il nostro territorio, creando occupazione, soprattutto giovanile, nelle aree rurali e appenniniche. Sono un baluardo territoriale, e dovremmo essere grati per il loro contributo”.