Dalla Regione un milione di euro per soluzioni abitative alternative ai grandi campi. La vicepresidente Gualmini: “Il finanziamento a quei Comuni che sono maggiormente pronti e motivati a intraprendere percorsi di reale cambiamento”

 

Soluzioni insediative durevoli e dignitose, come le microaree familiari, pubbliche e private, per l’inclusione di Rom e Sinti. Addio alle grandi aree di sosta, dove il degrado attecchisce più facilmente.  Approvato dalla Giunta il bando, rivolto ai Comuni e alle Unioni, con cui si destina un milione di euro per la realizzazione di progetti abitativi alternativi alle aree sosta di grandi dimensioni, a rischio di degrado, insicurezza, tensione sociale e condizioni igienico-sanitarie non accettabili.

Il bando attua la legge regionale sull’inclusione sociale di Rom e Sinti  (16 luglio 2015, n. 11) che recepisce le norme europee di settore, fissando un nuovo patto tra diritti e doveri di queste comunità.

“Come avevamo promesso – spiega Elisabetta Gualmini, vicepresidente e assessore al Welfare e alle Politiche abitative – alla legge è seguita l’approvazione del bando, che uscirà in tempi brevissimi. Il finanziamento è limitato,  un milione in tutto per la regione, e sarà devoluto a quei Comuni che sono maggiormente pronti e motivati a intraprendere percorsi di reale cambiamento”.

Sul finanziamento complessivo di un milione di euro, 700mila sono per gli interventi in conto capitale, 300mila per gli interventi in spesa corrente.

I progetti ammessi al contributo

Saranno ammessi al contributo i progetti che prevedono, in conto capitale,  l’acquisto nell’ambito del territorio comunale di terreni da destinare alla realizzazione di micro-aree familiari pubbliche e la costruzione  –  o l’adeguamento di quelle già esistenti –  di micro-aree familiari pubbliche su terreni di proprietà dei Comuni e loro Unioni.

I progetti potranno anche riguardare, per la parte di interventi di spesa corrente,  il supporto  economico per l’accesso o la gestione di abitazioni tradizionali (alloggi sul mercato, oppure gli alloggi popolari, laddove ci siano i requisiti validi, previsti per tutti i cittadini), forme di sostegno sociale ed educativo (scolarizzazione, formazione professionale, inserimento lavorativo)  per l’autonomia dei nuclei familiari, interventi di mediazione sociale e dei conflitti.

Ogni progetto verrà finanziato per l’80% del costo complessivo dell’intervento ammesso al contributo, con un limite di 250.000 euro per gli interventi in conto capitale e di 70.000 euro per gli interventi in spesa corrente.

Rom e Sinti in Emilia-Romagna, i dati

In Emilia-Romagna sono presenti  3.077 persone (lo 0,067% della popolazione regionale, di cui 1.081 minori, ovvero il 35,13%),  di etnia Rom e Sinti. La quasi totalità ha la cittadinanza italiana (95,9%). Sono distribuite in 182 tra campi e aree (82 pubblici e 100 privati), 66 dei quali irregolari (dati ufficiali, novembre 2015). I campi considerati di grandi dimensioni  (da 71 a 130 persone) sono  6,  8 quelli che ospitano da 41 a 70 persone. Quelli più piccoli (massimo 40 persone) , perlopiù  aree di sosta, sono  166.

Le province con il maggior numero di campi e aree sono Reggio Emilia (76 insediamenti  per  745 persone ),  Bologna (29 insediamenti  per  509 persone ), Modena (35  insediamenti , 325 persone), Piacenza (9 insediamenti, 180 persone)  e Rimini (14 insediamenti , 197 persone). Dal 2003 al 2012, le persone inserite dai Comuni negli alloggi hanno raggiunto una quota considerevole: 568 in 123 alloggi.