In Commissione V è stata discussa la relazione che ha illustrato quanto è stato fatto nell’ambito dell’ istruzione e della formazione professionale

Le disposizioni normative della Regione Emilia – Romagna (art. 10 L.R. 5/2011) hanno stabilito che ogni tre anni venga valutata la qualità e l’efficacia del sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale. Giovedì 17 settembre è stata quindi portata all’attenzione e discussa in Commissione V la relazione che ha illustrato le attività svolte nel primo  triennio di attuazione ( 2011 – 2013) ed i soggetti coinvolti nel sistema di istruzione e formazione professionale.

Una filiera formativa, quella dell’istruzione e formazione professionale, a cui occorre prestare attenzione in quanto continua a registrare una notevole crescita numerica. Secondo le rilevazioni annualmente svolte dall’ISFOL, per conto del Ministero del Lavoro, emerge che l’istruzione e formazione professionale viene percepita come “strumento di accesso al mondo del lavoro e leva di promozione sociale.” Si tratta di un sistema che attua un forte raccordo scuola e impresa e dove l’insegnamento in aula viene alternato ad esperienze sul campo.

Relazione

Come funziona l’offerta formativa professionale in Emilia – Romagna

Le qualifiche professionali si conseguono dopo avere seguito un percorso di istruzione e formazione triennale; partendo dai fabbisogni del mercato del lavoro locale possono essere programmate 25 qualifiche, tutte correlate a figure standard nazionali, riconosciute a livello nazionale ed europeo (Delibera di Giunta n. 1776 del 2010). Con riferimento al triennio 2011 – 2013 sono stati attivati percorsi per 22 qualifiche su 25. Tra queste il maggior numero di percorsi avviati ha riguardato gli Operatori della ristorazione; gli Operatori amministrativi di segreteria, gli Operatori meccanici e quelli della promozione e accoglienza turistica.

Gli studenti che escono dalle scuole medie, e che vogliono accedere ad un profilo altamente professionalizzante e di forte collegamento con il mondo del lavoro, si devono iscrivere ad un Istituto professionale, dove frequenteranno il primo anno che sarà prioritariamente orientativo e di preparazione al percorso professionale. Al termine del primo anno gli studenti potranno scegliere di compiere gli ulteriori due anni del triennio sempre presso l’Istituto professionale, oppure di compierli presso un Ente di formazione accreditato. Conseguita la qualifica triennale  gli studenti potranno accedere al mercato del lavoro, o proseguire il proprio percorso formativo fino al conseguimento del diploma quinquennale di scuola superiore.

Per essere ammessi all’esame, che consiste in una prova pratica e in un colloquio, occorre avere ottenuto una frequenza del 75% ed un riconoscimento sempre del 75% relativo alle capacità, conoscenze e competenze di base inerenti alla qualifica e agli obiettivi formativi.

Nel triennio di riferimento, i soggetti chiamati a dare attuazione al sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale sono stati complessivamente 113, di cui 71 Istituti professionali e 42 Enti di formazione.

Il sistema di istruzione e formazione professionale svolge anche un importante ruolo nella lotta contro l’abbandono e la dispersione scolastica. Per favorire il successo formativo di tutti gli allievi anche di quelli che hanno conseguito in ritardo il titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione o pur avendo compiuto 16 anni non lo hanno ancora conseguito e che quindi si trovano ad alto rischio di abbandono o dispersione, entro condizioni ben definite possono essere previsti specifici progetti formativi triennali personalizzati, da svolgersi presso gli Enti di formazione in collaborazione con gli Istituti professionali, gli Istituti secondari di I° grado e i Centri Territoriali per l’Educazione Permanente degli Adulti. In altre parole, per questo tipo di alunni si possono avvalere del passaggio diretto dalla scuola all’ente di formazione.

I passaggi costituiscono quindi una delle opportunità che garantiscono agli allievi la possibilità di realizzare un percorso di crescita  e di apprendimento legato alle proprie potenzialità, attitudini ed interessi. Tutto questo si traduce nella possibilità di passaggio reciproco tra i percorsi di istruzione  e i percorsi di Istruzione e formazione professionale ad ordinamento regionale erogati da scuole o istituzioni formative operanti in regime di sussidiarietà integrativa e complementare; ma anche nella possibilità di cambiare a fine anno o durante il corso dell’anno il proprio percorso formativo all’interno della stessa o presso diversa istituzione, o ancora nella possibilità, dopo un periodo di interruzione degli studi, di ripresa degli stessi.

Ritratti di studenti

Come già era stato rilevato in una precedente ricerca “La dispersione scolastica in Emilia – Romagna” (Quaderno n. 4 della collana Quaderni E-R di Educazione e Ricerca) “ negli istituti professionali solo il 47% dei frequentanti risulta in regola con l’età, mentre il 20% ha già cumulato più di un anno di ritardo, confermando che gli istituti e gli enti di formazione continuano a costituire la scelta dei soggetti più deboli e la destinazione dei ripetenti anche di altre tipologie di scuole. Gli Istituti professionali e gli Enti di istruzione e formazione svolgono quindi di fatto la funzione importante di mantenere all’interno del percorso di istruzione una quota rilevante di studenti che hanno già incontrato difficoltà e insuccessi.”

La maggior parte degli studenti iscritti ai percorsi di istruzione e formazione professionale presentano insuccessi scolastici pregressi, sono maschi (negli anni scolastici considerati la presenza maschile si attesta infatti attorno al 62%) e italiani. La presenza di alunni stranieri si attesta attorno al 31% presso gli Istituti professionali, per salire attorno al 37% presso gli enti di formazione professionale.

I percorsi triennali di istruzione e formazione professionale terminati nell’anno scolastico 2013/14 sono riusciti a qualificare 6644 studenti, l’89,6% del totale degli ammessi all’esame, di questi 4215 hanno conseguito il titolo presso gli istituti professionali (63,4% dei qualificati) e 2429 presso gli Enti di formazione professionale accreditati (36,6% dei qualificati). Presso gli Enti di formazione si sono inoltre qualificati 347 studenti con percorso personalizzato.

Nel territorio della Regione è la provincia di Bologna che ha registrato la percentuale più alta di allievi qualificati (il 23,6%), seguita da Modena (15,3%) e Reggio Emilia (12,3%), occorre tuttavia specificare che è in questi territori che sono stati avviati il maggior numero di percorsi professionali (132 a Bologna, 84 a Modena e 77 a Reggio Emilia) poiché in queste province vi è la maggiore popolazione di residenti nella fascia di età corrispondente alla frequenza della scuola secondaria di II° grado (14 – 18 anni).

Dei 4215 alunni qualificati presso gli istituti professionali ben 3391, ovvero l’80,5%,  nell’anno scolastico 201/15 si è iscritto e sta frequentando regolarmente la classe 4°; il rimanente 19;5% è formato da 219 alunni (5,2%) che pur avendo ottenuto come esito dello scrutinio una non ammissione alla classe successiva hanno deciso di ripetere il terzo anno; il restante 14,3%, ovvero 605 alunni qualificati non sono stati rilevati tra i frequentanti di percorsi formativi nell’anno successivo alla qualifica.

L’analisi sul dato occupazionale riguarda quindi più gli alunni qualificati usciti dagli Enti di istruzione e formazione, piuttosto che quelli degli Istituti professionali, dove per l’appunto 85,7% risulta ancora inserita e regolarmente frequentante i percorsi scolastici.

Dei 2776 alunni qualificati presso gli enti di formazione, le banche dati regionali, a marzo 2015, ne rilevavano 1875. Tra di essi il 42% aveva avuto almeno un’esperienza lavorativa dopo il conseguimento della qualifica, il 44,7% era entrato in contatto con centri per l’impiego, ma risultava in una situazione di non occupazione, mentre il restante 13,3% era complessivamente inserito in percorsi scolastici/formativi/tirocinio.

Il supporto al sistema dell’istruzione e formazione professionale

In base quanto stabilito dall’ordinamento ( comma 1, art. 11 L.R. 5/2011) “La Regione…., svolge un’azione di supporto al sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale con particolare riferimento all’attuazione d’interventi volti a sviluppare le competenze di base e professionali e ad agevolare i passaggi tra il sistema dell’istruzione e il sistema dell’istruzione e formazione professionale, con particolare attenzione agli studenti a rischio di abbandono scolastico e formativo”.

L’azione regionale a supporto del sistema si articola nello specifico in due macro aree, una di integrazione progettuale e una di attività rivolte agli allievi.

All’interno della prima area si cerca di condividere esperienze, strumenti, buone pratiche e di sviluppare e rafforzare le reti di soggetti impegnati nell’erogazione della formazione professionale; all’interno della seconda si punta invece a porre in essere attività di rafforzamento curriculare, attività che limitino la dispersione e l’abbandono, oltre ad azioni che rendano più semplice i passaggi tra sistemi.

Dal punto di vista finanziario, per il triennio 2011/2013 le risorse disponibili, per l’attuazione dell’azione regionale, sono state 8,7 milioni, di cui 5 milioni di risorse regionali a supporto delle azioni poste in essere dagli istituti professionali e 3,7 milioni di risorse nazionali Legge 144/99 a sostegno delle azioni realizzate dagli Enti di formazione professionale.

Nei successivi trienni a qualifica 2012/14 e 2013/15 le risorse disponibili sono state invece complessivamente pari a € 8.550.00,00 di cui € 4.850.000,00 dedicate agli istituti professionali e € 3.700.000,00 agli enti di formazione professionale accreditati.

Le risorse per l’attuazione dei percorsi presso gli enti sono invece state nel 2011  pari a 46.472.485,00 Euro; nel 2012 pari a 46.341.086,00 e nel 2013 pari a 46.808.261,00.

I finanziamenti sia delle attività e dell’azione regionale provengono da risorse comunitarie del Fondo sociale Europeo, ma anche da risorse nazionali di cui alla Legge 144/1999, e infine da risorse regionali.