La commissione Cultura dell’Assemblea legislativa in trasferta a Rimini per sostenere la città romagnola classificatasi fra le dieci finaliste per l’elezione della Capitale italiana della cultura 2026 con il progetto “Vieni oltre. Il futuro è qui e ora”. Dopo la presentazione in municipio, la visita della commissione ha fatto tappa nei luoghi simbolo della storia e della cultura cittadina: la Domus romana del chirurgo, il teatro Amintore Galli, il Museo della Città, il museo Fellini, Castel Sismondo.

La presidente Francesca Marchetti ha sottolineato come questo progetto “sia un’occasione importante per Rimini” ricordando “la risoluzione approvata all’unanimità a novembre per allargare la candidatura alla Romagna, ferita dall’alluvione del maggio scorso”.

Per il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad “la presenza dell’Assemblea è un segno di attenzione molto apprezzato”. “Questo territorio -ha spiegato- è stato per troppo tempo vissuto solo come terra della spiaggia e del divertimento. Credo, invece, che il nostro territorio abbia riscoperto negli anni di avere tanto da offrire dal punto di vista culturale in chiave contemporanea. Importante ‘l’allargamento’ della candidatura a tutta la Romagna, con l’idea di far ripartire questa terra. Una proposta nuova e inedita, avanzata nei giorni successivi all’alluvione, e un’occasione per far rinascere tutto il territorio”.

In questi mesi il percorso di candidatura ha chiamato a raccolta artisti, operatori culturali, associazioni, cittadini, facendo nascere idee, sinergie e spunti. C’è una forte volontà di sostenere il territorio quale centro di fermento culturale e artistico dedicando un ruolo centrale ai giovani. Le dieci finaliste verranno convocate il 4 e 5 marzo per le audizioni pubbliche davanti a una giuria di esperti. La proclamazione della Capitale italiana della Cultura si terrà entro il 29 marzo e la città vincitrice sarà assegnataria di un contributo finanziario per concretizzare gli obiettivi delineati nel progetto di candidatura, dando vita a un programma annuale per esporre la ricchezza culturale e le prospettive di sviluppo.

Per Matteo Montevecchi (Lega) “la candidatura è una buona notizia per tutta la Regione, che ha l’occasione di valorizzare le sue bellezze storiche e archeologiche ed è positiva la sinergia di tutto il territorio romagnolo a sostegno del progetto. Nell’ultimo decennio Rimini ha saputo valorizzare e riportare alla luce luoghi come il teatro Galli e porta Galliana ma non trovo positivi alcuni interventi: ad esempio, in piazza Malatesta sono stati cementati i resti del fossato e il ponte levatoio del Brunelleschi. Serve, inoltre, un impegno per il recupero di palazzo Lettimi e dell’anfiteatro romano per due terzi ‘sepolto’ sotto una scuola. Una soluzione alternativa può e deve essere trovata per valorizzare la Capitale italiana della cultura”.

Il sindaco ha replicato evidenziando che “tutto ciò che è stato fatto ha avuto la previa autorizzazione da un punto di vista tecnico delle Belle arti. In piazza Malatesta, fino a qualche anno fa aperta al traffico, c’erano un parcheggio e un mercato ambulante. Ora è un luogo che tutti possono vivere pienamente. Sull’anfiteatro è già stato preso un impegno preciso”.

Marilena Pillati (Partito democratico) ha commentato: “Ho avuto modo di vedere la trasformazione straordinaria che in questi anni ha avuto Rimini. Ho apprezzato moltissimo le riqualificazioni degli ultimi anni. Rimini riesce a essere straordinariamente innovativa”.

Nadia Rossi (Pd) ha aggiunto che “tante novità stanno dando vita a una trasformazione profonda di questa città. Tutti quelli che tornano hanno scoperto una Rimini nuova e un volto legato all’arte e alla cultura bimillenaria. Come diceva Fellini ‘Rimini è un pastrocchio strano’: non siamo perfetti ma è anche un nostro pregio. Siamo una provincia che offre mare e piste di sci. Siamo un insieme di contraddizioni e ispirazioni che rendono questo posto unico. Grazie a chi ci ha accompagnato in questo progetto che crediamo di meritare”.

Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha evidenziato come “la candidatura non passa solo dal patrimonio culturale ma da come questa città è riuscita a coltivare e trasmettere una cultura che appartiene al territorio. Luogo di crocevia, terra di confine, Rimini è diventata parte di qualcosa di più grande. Nell’accoglienza ha saputo creare un fenomeno esportato in tutta Italia, abbinando un turismo balneare con un concetto più ampio di benessere. In ogni caso anche le critiche meritano attenzione per lavorare in sinergia e concretizzare l’obiettivo”.

Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha evidenziato: “Sono orgogliosa di questa candidatura perché Rimini è nel cuore di ognuno di noi e di chi ha vissuto qui un periodo della propria vita. Dà un grande impulso per far conoscere ciò che è la città: non solo spiaggia e ombrelloni ma anche accoglienza e cultura. Bene che al centro del progetto siano messi i giovani e che sia coinvolto tutto il territorio romagnolo, ferito dall’alluvione, che può ripartire anche da qui”.

Giulia Pigoni (Italia Viva) ha aggiunto: “Ho trovato una città nuova, frutto dell’equilibrio tra la salvaguardia della storia e la valorizzazione del futuro. Gli ultimi anni hanno cambiato il volto della città. Rimini è storia del turismo, è divertimento, benessere ma anche certamente cultura”.

Per Marco Mastacchi (Rete Civica): “La candidatura è un fatto importante per la nostra regione anche per dare a Rimini il giusto valore. Il lavoro da fare è far conoscere Rimini anche fuori dai classici circuiti e dare il supporto, da parte di tutte le forze politiche, a questa candidatura”.

In conclusione, l’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori ha spiegato: “La Regione si mette al servizio delle città e del loro sviluppo. Capitale italiana della cultura non è un ‘bollino’ di cui fregiarsi, è una sfida che le città danno a se stesse. La prima grande sfida è il conflitto urbanizzazione-ambiente. Lo sviluppo della costa è stato negli anni uno sviluppo massiccio che ora va ripensato in chiave ambientale. Anche la cultura è un fattore trainante dello sviluppo. Nel post Covid il turismo culturale ha assunto sempre più centralità mostrando tutte le sue potenzialità”.