Disciplinare e promuovere i biodistretti a livello regionale, anche da un punto di vista economico, creando “un’alleanza” tra agricoltori, allevatori e trasformatori bio, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni, con lo scopo di diffondere la cultura del biologico, i principi dell’agro-ecologia e favorire un modello di sviluppo sostenibile. Prevista anche l’istituzione di un Osservatorio sui biodistretti. 

L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità dei gruppi politici presenti in Aula la proposta di legge di Silvia Zamboni (Europa Verde) per l’istituzione e il potenziamento dei biodistretti come luoghi di collaborazione tra agricoltura e turismo. Per il sostegno alla legge sono previsti 50mila euro nel 2023, 100mila euro nel 2024 e 100mila euro nel 2025, risorse che le forze politiche chiedono vengano aumentate. 

“Vogliamo promuovere e favorire la libera aggregazione delle imprese collegate all’agricoltura biologica; valorizzare e sostenere tutte le fasi della filiera del biologico (produzione, confezionamento, trasformazione, commercializzazione, distribuzione e promozione)”, che, partendo da quanto previsto dalla legge nazionale in materia, chiede che il nuovo provvedimento regionale favorisca e semplifichi l’applicazione delle norme di certificazione biologica e ambientale e promuova la coesione e la partecipazione dei soggetti economici e sociali dei territori”. La proponente ricorda come “fra gli obiettivi della legge c’è quello di far cessare l’uso di quelle sostanze chimiche contenute nei fertilizzanti e nei pesticidi che finiscono per impoverire il suolo. La rinuncia a usare le sostanze chimiche serve anche a tutelare le api e l’apicoltura”.

“si tratta di un progetto importante per dare una regolamentazione ai biodistretti. Il testo presentato inizialmente, poi superato dalla legge nazionale, è stato modificato pur essendoci stato un iter poco condiviso. Ad ogni modo l’obiettivo è creare alleanza tra pubblico e privato per creare un volano per l’agricoltura e le attività ad essa collegate. I distretti sono i principali strumenti per raggiungere la quota di biologico rispetto alla complessità dell’attività agricola che ci indica l’Unione europea. La legge vuole essere un aiuto ai distretti che hanno nel biologico il loro punto di forza attraverso norme chiare su chi può e chi deve far parte di un distretto biologico, evitando abusi e confusione. La legge, inoltre, stabilisce che sia un agricoltore il presidente dei singoli distretti. Ciò che è penalizzante è che non ci sono fondi stanziati dalla Regione per sostenere le iniziative previste dalla legge”.