“COSÌ SOSTERREMO AGRICOLTURA E WELFARE IN UN UNICO PROVVEDIMENTO”. DALLA REGIONE 1 MILIONE E 300MILA EURO DAL PIANO DI SVILUPPO RURALE E UN ULTERIORE INVESTIMENTO DI 75.000 EURO

“Il progetto di legge sull’agricoltura sociale l’abbiamo fortemente voluto come centrosinistra e finalmente è stato approvato in Assemblea legislativa. La legge si fa carico di due grandi fragilità: quella dell’agricoltura e quella del welfare. Abbiamo deciso di stanziare un cospicuo contributo economico a favore degli agricoltori che metteranno in campo politiche agricole con finalità sociale, accogliendo nel mondo del lavoro agricolo le persone più svantaggiate e fragili”.

“Come Regione Emilia-Romagna finanziamo questo provvedimento con 1 milione e 300mila euro dal Piano di sviluppo rurale e un ulteriore investimento regionale di 75.000 euro. Il nostro obiettivo è creare nuove occasioni di lavoro per i più fragili e incentivare la ripresa produttiva”. “E’ una legge molto innovativa perché interviene sulle zone più disagiate della nostra regione e a favore delle persone più in difficoltà, per creare più integrazione e opportunità di lavoro e valorizzare le aree e i centri rurali. Lo scopo è di connotare l’agricoltura sociale quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole, finalizzata allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo”.

L’obiettivo principe del provvedimento è quindi coniugare la produzione agricola con i servizi sociali e terapeutico-assistenziali a favore delle comunità e con l’inserimento lavorativo delle persone più svantaggiate, attraverso: prestazioni e servizi che affiancano terapie mediche, riabilitative o psicologiche; opportunità lavorative e reddituali e la valorizzazione delle aree e dei centri rurali, attraverso l’educazione ambientale e alimentare  e la creazione di una rete delle fattorie didattiche “sociali”.

Le aziende che praticano l’agricoltura sociale in regione sono circa 50 che già svolgono attività di sostegno psicologico e fisico a persone fragili che vengono anche ospitate nelle strutture. E ancora, promozione del contatto con l’ambiente e gli animali, realizzazione di progetti di educazione alimentare e istituzione di fattorie didattiche e strutture per bambini come asili nido.

La legge prevede anche un “Certificato di qualità”, un apposito logo ed elenco ad hoc per le fattorie dove si pratica “agricoltura sociale” e l’impegno della Regione per promuoverla.

In Assemblea legislativa, anche un ordine del giorno – approvato dall’Aula – che chiede al Parlamento ed al Governo “di modificare a Legge 141/2015 affinché le cooperative sociali possano svolgere agricoltura sociale anche qualora il loro fatturato derivante dall’attività agricola sia inferiore al 30%. Questa richiesta è finalizzata a rendere più praticabile le iniziative cooperative che siano realmente finalizzate allo scopo perseguito dalla legislazione in materia di agricoltura sociale”.

Si è chiesto in Assemblea e al Governo di “pronunciarsi e intervenire perché questo tetto sia superato, così come l’attribuzione dei codici Ateco agli agricoltori socialmente impegnati”.  “Va ripensato il sistema agricolo-cooperativo socialmente impegnato, per non rendere velleitaria un’azione importante a sostegno dei cittadini più fragili e delle imprese agricole più esposte alla crisi del settore”. La legge inoltre ha incassato un consenso praticamente bipartisan con 41 voti favorevoli su 44 e 3 astensioni.