I fondi destinati al diritto allo studio in Emilia Romagna, previsti nel 2016, raggiungeranno i 72,4 milioni di euro, a fronte dei 69 milioni di euro del 2015, grazie anche a 21 milioni derivanti dal gettito delle tasse regionali e 21,9 milioni dal Fondo integrato nazionale

Parere positivo della commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo al Piano regionale degli interventi e dei servizi per il diritto allo studio universitario relativo al triennio 2016-2018: hanno votato sì Pd Sel, mentre hanno scelto l’astensione Ln e Fi.

“Il Piano- hanno riferito i funzionari della Giunta- individua gli obiettivi e le priorità in coerenza e continuità con le politiche di sviluppo regionale: copertura finanziaria per gli studenti idonei a ottenere borse di studio, internazionalizzazione, offerta di servizi e ospitalità e accompagnamento al lavoro”. Seguendo quindi questi obiettivi, hanno aggiunto, “nel 2015 la Regione ha modificato la governance dell’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori (Er.Go) per rafforzare il legame con le Università del territorio e con gli studenti. Tale scelta consente alla Regione di rafforzare l’attrattività del sistema regionale e proseguire nel percorso di razionalizzazione avviato nel 2007, non solo per contenere la spesa ma anche per semplificare e snellire i processi decisionali e consente di ottimizzare ulteriormente le risorse e gli strumenti da destinare prioritariamente alla concessione delle borse di studio per gli studenti capaci, meritevoli e privi di mezzi”.

“I fondi destinati al diritto allo studio in Emilia Romagna previsti nel 2016- hanno evidenziato gli esponenti della Giunta- , raggiungeranno i 72,4 milioni di euro, mentre erano 69 milioni di euro nel 2015: 29,5 milioni di risorse regionali, 21 milioni derivanti dal gettito delle tasse regionali e 21,9 milioni dal fondo integrato nazionale”.

Sul tema borse di studio, hanno poi specificato i tecnici, “l’Emilia-Romagna si colloca tra le poche regioni italiane che riescono a garantire un beneficio con continuità a tutti gli studenti idonei, destinando proprie risorse a tale finalità. Dal confronto con le regioni che hanno il maggior numero di studenti universitari iscritti, l’Emilia-Romagna registra infatti la maggior spesa per borse di studio e il maggior numero di studenti idonei. Dagli ultimi dati resi disponibili, a febbraio 2016, dal Miur per l’anno accademico 2014-2015, la spesa si attesta infatti su 73 milioni di euro per 19.265 studenti. La Regione, per il triennio 2016-2017-2018, destinerà annualmente, compatibilmente con le disponibilità di bilancio, risorse finanziarie per 20.500.000 euro”.

Nel periodo 2010-2014, hanno concluso, “si è, inoltre, riusciti ad aumentare l’offerta abitativa rendendo disponibili oltre 1.000 posti letto con un finanziamento regionale di 8,5 milioni di euro oltre alle risorse nazionali. I posti letto attualmente disponibili sul territorio regionale sono 3.504 suddivisi in 45 residenze. I punti ristorativi sono 76 di cui 12 mense, nel 2015 il numero dei pasti consumati è stato di 2.032.681”.

“Nell’ultimo anno accademico considerato- si legge nel testo del piano-, 2014-2015, rispetto al totale degli studenti iscritti in Emilia-Romagna, il 67,3% rappresenta la percentuale di fuori sede e il 42,2% sono gli universitari provenienti da altre regioni. Oltre 3.700 studenti, un quinto del totale, ha nazionalità estera”.

Giuseppe Boschini (Pd), nell’affermare “l’importanza nel garantire il 100% della copertura finanziaria per le borse di studio”, ha però sollevato il problema del “deficit che esiste nei confronti degli altri paesi europei, in particolare Germania e Francia” e ha chiesto alla Giunta “quali sono le prospettive, per le prossime annualità, dal punto di vista finanziario”. È poi intervenuto sul tema dei tirocini e dell’orientamento post-laurea: “Valorizzare le competenze è una priorità nazionale, sono già molti i progetti attivi nella nostra regione, chiedo se c’è l’intenzione di razionalizzare l’offerta”.

Francesca Marchetti (Pd) ha chiesto quali siano “gli interventi specifici rivolti agli studenti in situazioni di disagio”. E, relativamente al dottorato di ricerca, ha domandato se “c’è un’ipotesi di risorse messe a bilancio”.

I tecnici, relativamente al tema dell’orientamento al lavoro, hanno comunicato ai consiglieri l’intenzione di “evitare, in merito alle offerte, sovrapposizioni e ridondanze, dialogando costantemente con le Università” e hanno aggiunto di avere in programma “una collaborazione con l’Agenzia del lavoro, ampliando in questo modo l’offerta”. Sulle risorse riservate agli studenti in condizione di disagio, hanno rimarcato che “la borsa di studio rappresenta lo strumento principe, sia in termini economici sia sui servizi garantiti, ed è inoltre garantito un supporto nella fase di inserimento nel mondo del lavoro”. Sull’erogazione delle borse di studio in Italia e nel resto d’Europa, hanno riferito di “ulteriori strumenti attualmente attivi in Italia, come gli assegni di ricerca e i dottorati”.