Un’esperienza, che sta diventando virale, partita da Carpi per iniziativa dell’Associazione Il Tesoro Nascosto, insieme a numerose altre componenti, e che si sta estendendo ad altre realtà coinvolgendo anche i giovani rifugiati. La terapia è l’amicizia tra giovani disabili e sani

 

L’amicizia tra un ragazzo con disabilità e uno senza è un’esperienza che arricchisce entrambi ma che permette anche ai giovani diversamente abili di avere una vita sociale come i loro coetanei, uscendo dalle famiglie che tendono a isolarli per proteggerli.

Il progetto Quasi Amici è nato il 10 gennaio scorso a Carpi e nelle Terre D’Argine con 19 famiglie con figli disabili interessate e 6 scout ed in sei mesi ha creato 35 coppie o gruppi di potenziali amici. E questa è la fase sperimentale, che a breve coinvolgerà anche alcuni giovani rifugiati. Andrà a regime il prossimo ottobre nel territorio dove è nato.Contemporaneamente nascerà anche a Bologna.

Che cos’è Quasi Amici

Quasi Amici favorisce il contatto e la relazione tra giovani coetanei. Crea il pretesto, fa conoscere i ragazzi e le ragazze normodotati, con disabilità e con qualunque forma di svantaggio. Tra questi svantaggi è stato preso in considerazione anche quello di essere giovani profughi arrivati sul territorio per fuggire da guerre e persecuzioni nei loro paesi.

Per i ragazzi disabili l’occasione d’incontro sporadica e di facciata non serve, non ha alcuna utilità nel tempo l’evento singolo creato per includerli qualche ora con i coetanei per poi, poco dopo, farli ripiombare nella loro abituale solitudine. Il ragazzo disabile, finita la scuola, al pomeriggio come in estate, non esce di casa, troppo spesso rimane con i genitori. Genitori che vedono – da dietro la finestra chiusa e il figlio o figlia seduto da solo sulla sedia della sua cameretta – i figli coetanei divertirsi tra amici. Una emarginazione subita e troppe volte senza una spiegazione apparente.

La crescita, il credere nelle proprie possibilità, la graduale indipendenza dalla famiglia passa inevitabilmente attraverso l’amico o l’amica che diventano il riferimento, il modello da imitare, il veicolo per inserirsi con i coetanei.

Come funziona il progetto Quasi Amici

Quasi amici ha trovato “la molla iniziale” nei crediti formativi per gli universitari e nelle attività di volontariato per gli scout. Creata l’occasione, questa va poi accompagnata. Dall’esterno, senza farsi scorgere. Dalle associazioni che hanno creato coppie potenzialmente compatibili, dalle istituzioni che mettono la loro competenza perché la relazione cresca e si consolidi nel tempo.

Studenti e scout (i “Quasi Amici”) dal 10 gennaio 2016 si incontrano periodicamente o ogni settimana, quando lo desiderano e in piena autonomia con i loro nuovi amici, ragazzi con disabilità fisica, sensoriale e mentale medio-lieve selezionati dalla Neuropsichiatria dell’Asl e dai servizi sociali delle Terre D’Argine. E a breve altri Quasi Amici diventeranno, in forma sperimentale assieme a chi gestisce Sprar e Marenostrum, 4 giovani rifugiati abbinati ad altrettanti studenti e scout.

Se uno dei vanti del progetto è aver fatto lavorare assieme, concretamente con risorse umane e competenze, tutte le istituzioni locali (Unione Terre D’Argine, Servizi Sociali, Università, Neuropsichiatria, ASL, Diocesi Scout, comprensivi scolastici e associazioni del terzo settore), il progetto per come è strutturato spinge alla collaborazione il volontariato di vicinato.

I ragazzi Quasi Amici, che siano coppie o piccoli gruppi, non vanno solo a mangiare il gelato in centro o la pizza alla sera, ma chiedono di partecipare alle iniziative che associazioni, volontariato e di istituzioni propongono sul territorio. Come è avvenuto durante questi sei mesi attraverso la convenzione con l’Istituto Comprensivo Carpi Due. La collaborazione ha fatto sì che i ragazzi più piccoli con disabilità potessero prendere parte con i loro Quasi Amici ai laboratori di musica, cucito e meccanica in svolgimento nelle ore pomeridiane durante l’anno scolastico.

Un modello riproducibile

Studenti e scout che prima di iniziare hanno acquisito gli strumenti minimi indispensabili per gestire la diversità, per farli superare timori e pregiudizi. Questo passaggio, fondamentale, avviene grazie alla formazione offerta dall’Università di Modena e Reggio Emilia, in particolare dalla facoltà di scienze dell’Educazione.

Quasi Amici è un modello che oltre ai rifugiati potrà, e dovrà, essere avviato anche per adulti in difficoltà, anziani soli, indigenti.

Questo progetto sta già diventando virale, e lo sarà di più quando verrà presentato dopo l’estate a Milano e a Roma. L’Università di Bologna, Scienze dell’Educazione, sta studiando e documentando con le sue telecamere il progetto. Neuropsichiatria, Ufficio scolastico di Bologna, Associazione GRD (genitori ragazzi Down) e Istituto dei Ciechi Cavazza sono già pronti a partire assieme anche nel capoluogo emiliano dal prossimo ottobre.

Chi sono i Quasi Amici

Al progetto Quasi Amici partecipano le associazioni di genitori Il Tesoro Nascosto e Progetto per la Vita, la Neuropsichiatria della AUSL, i Servizi Sociali dell’Unione delle Terre D’Argine (Carpi, Campogalliano, Soliera e Novi di Modena), la Diocesi di Carpi e dai suoi 11 gruppi Scout, l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Comprensivo Scolastico Carpi Due.

Universitari e scout , alla fine della giornata creano con il loro telefonino un video diario dove raccontano l’esperienza, molti dei quali (ad esclusione di quelli che riportano informazioni legate alla privacy) sono gradualmente pubblicati sul sito www.iltesoronascosto.org e sulla pagina facebook www.facebook.it/progettoquasiamici.