Prendendo spunto dal sequestro di un’area di 20mila metri quadrati operato da Carabinieri del Noe a Castel San Pietro (Bo), interrogazione alla Giunta di Taruffi (Sel), Poli e Marchetti (Pd)

Igor Taruffi (Sel), Roberto Poli e Francesca Marchetti, consiglieri Pd, hanno presentato una interrogazione alla Giunta che prende spunta dalla notizia secondo la quale i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno posto sotto sequestro un’area di circa 20.000 metri quadrati alla periferia di Castel San Pietro Terme (Bo), dopo aver scoperto una discarica abusiva di rifiuti speciali, provenienti soprattutto dal settore edilizio.

Pare che in tale sito, fino al 2011, sia stato attivo un impianto di recupero di rifiuti speciali che lavorava terre e rocce di scavo e materiale proveniente da costruzioni e demolizioni, fino ad allora regolarmente autorizzato dalla Provincia di Bologna. L’autorizzazione, si legge sempre nell’atto ispettivo, non sarebbe poi stata rinnovata, poiché l’area è prossima al torrente Sillaro, e con l’approvazione del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti (30 marzo 2010) il corso del torrente e tutte le aree ricadenti nelle fasce di tutela fluviale “vennero inserite fra i luoghi non idonei alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero rifiuti”. Ciò nonostante, secondo gli inquirenti, la stessa azienda avrebbe continuato a ricevere partite di rifiuti speciali, in parte lavorate per il successivo reimpiego nell’edilizia e in parte tutt’ora stoccate, in cumuli, sui piazzali esterni, per un quantitativo complessivo stimato in 200.000 tonnellate.

I tre consiglieri chiedono alla Giunta quanti e quali impianti di recupero e smaltimento di rifiuti speciali siano attualmente autorizzati nel territorio di Castel San Pietro Terme, e quanti si trovino lungo il corso del torrente Sillaro; chiedono, inoltre, se nel caso in questione al momento del diniego al rinnovo dell’autorizzazione al recupero di rifiuti speciali e nei successivi cinque anni siano state messe in campo attività di controllo e di vigilanza da parte di Comune o Provincia. Infine, Taruffi, Poli e Marchetti sollecitano lesecutivo regionale, visti i recenti e ripetuti interventi della Magistratura e delle forze dell’ordine, a predisporre, “nell’ambito delle attività di Arpae e in collaborazione con gli Enti locali, un programma pluriennale di ispezioni e controlli sulle aziende che trattano rifiuti speciali sul territorio regionale”.