Il Senato ha approvato il testo che rimuove gli ostacoli per il tesseramento a società sportive per i ragazzi stranieri, purché residenti in Italia da quando avevano almeno 10 anni. La relatrice Iosefa Idem: “Altissimo valore sociale della legge”

 

Un disegno di legge (Ddl 1871) composto di soli due articoli concede la possibilità di tesseramento nelle società sportive per i minori di 18 anni che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano da quando hanno compiuto almeno 10 anni. Il cosiddetto «ius soli sportivo» ha avuto il sì definitivo del senato con 215 voti a favore, sei contrari e due astenuti. A votare contro soltanto la Lega Nord, mentre, tutti gli altri gruppi hanno espresso un voto favorevole. Il testo era stato già approvato alla Camera del deputati il 14 aprile 2015 anche in questo caso con una larga maggioranza: 422 erano stati allora i voti a favore, 12 contrari e sei astenuti.

Il ddl, che introduce “Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva”, era stato presentato dalla senatrice del Pd Iosefa Idem. “Questo disegno di legge – ha spiegato Idem – rimuove procedure che impediscono il tesseramento, presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, di giovani stranieri nel momento di passaggio dall’attività sportiva di base a quella agonistica. La funzione sociale della legge ha un valore altissimo, perché permetterà ai ragazzi stranieri di poter essere tesserati con le stesse procedure previste per il tesseramento dei ragazzi italiani. Se finora solo alcune federazioni hanno adottato disposizioni per equiparare tali procedure, adesso si interviene per adeguare le regole a principi democratici e inclusivi”.

Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp-Unione Italiana Sport ha commentato: “E’ un provvedimento di civiltà. I bambini sono tutti uguali: viene equiparata la condizione dei minori italiani a quella degli stranieri. È un passaggio che sancisce il fattore educativo e inclusivo della proposta sportiva, permettendo l’accesso all’attività agonistica a tutti i minori, cosa che finora non era possibile».

La nuova legge guarda anche oltre il raggiungimento della maggiore età degli interessati. “Il tesseramento di cui al comma 1 resta valido – recita il testo all’articolo due -, dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei soggetti che, ricorrendo i presupposti di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, hanno presentato tale richiesta”.