Semplificare la piattaforma SuapER per permettere al Terzo Settore di svolgere in piena regola la propria attività sociale senza disagi è il senso dell’interrogazione presentata dalla consigliera Francesca Marchetti in Regione Emilia-Romagna, sottoscritta anche dal collega dem Roberto Poli.

«Avanzare una richiesta anche solo per organizzare una corsa coi sacchi fra bambini è diventata un’impresa insormontabile ed è necessario che la Regione non ponga paletti a chi ogni giorno svolge un ruolo fondamentale per animare le nostre comunità – spiega Marchetti –. Fin dal 2010 la piattaforma SuapER eroga online le funzionalità di front office dei servizi afferenti allo Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP), unico soggetto pubblico di riferimento territoriale per i procedimenti aventi ad oggetto l’esercizio di attività produttive e di servizi. Lo sportello è dunque concepito per agevolare le imprese, consentendo a queste di gestire in maniera unitaria e per via telematica tutte le pratiche necessarie all’espletamento delle proprie attività. Lo sportello però è utilizzato anche dalle associazioni del terzo settore ed organizzazioni di volontariato per ottenere tutti i permessi necessari allo svolgimento di manifestazioni ed iniziative pubbliche».

Fino all’inizio del 2018 era prevista una procedura semplificata ad accesso diretto, che permetteva di sbrigare la pratica in tempi molto celeri a fronte di adempimenti facilitati. «Dall’inizio dello scorso anno però è prevista un’unica via di accesso indifferenziata per imprese ed associazionismo, che necessita della firma digitale e richiede adempimenti legati alla sicurezza che implicano l’indicazione di parametri, di responsabilità e professionalità di cui le associazioni non dispongono – conclude Marchetti –. Ho chiesto alla Regione se non ritiene utile facilitare l’impresa al mondo del volontariato, nella consapevolezza che opera in maniera del tutto gratuita offrendo un servizio altruistico alla comunità, tornando quindi all’iter semplificato senza oberare di incombenze i volontari, che non hanno i mezzi per soddisfare queste richieste e che spesso sono decisamente spropositate rispetto all’evento a cui si riferiscono».

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