Se c’è qualcosa che ci ha insegnato il Covid è che il diritto di curarsi è un diritto collettivo, anche per garantire la salute di tutti.

In Emilia-Romagna i senza fissa dimora avranno il medico di base. L’Aula approva all’unanimità il progetto di legge presentato dal consigliere regionale del Partito democratico Antonio Mumolo, che prevede, appunto, che anche chi non ha una residenza possa avere un medico di riferimento.

Una questione annosa, divenuta impellente nella fase pandemica, dove chi non ha un medico di base non può effettuare tamponi molecolari, per i quali è necessaria la prescrizione medica, e può curarsi solo andando al pronto soccorso. “Vogliamo sfatare il mito del senza fissa dimora che ha deciso di vivere per strada e che è contento di dormire sotto le stelle. Il novero delle persone che vive in strada è cambiato. Fino a vent’anni fa erano soprattutto persone con problemi di salute, alcolismo e tossicodipendenza. Oggi i senza fissa dimora sono persone diventate povere: padri separati che non riescono a mantenersi, imprenditori falliti, pensionati con assegno al minimo che non riescono a pagare affitto e bollette; tutte persone che vengono cancellate dall’anagrafe e, di conseguenza, perdono il diritto alla salute. Se c’è qualcosa che ci ha insegnato il Covid è che il diritto di curarsi è un diritto collettivo, anche per garantire la salute di tutti. Le persone senza dimora, proprio perché non hanno possibilità di curarsi se non recandosi al pronto soccorso, non sono state seguite in modo adeguato durante la pandemia. Ma con questa legge possiamo ridurre le diseguaglianze e avere un medico li farà sentire più cittadini”.