Alla Regione si chiede un intervento per il sostegno e il potenziamento delle terapie per chi è coinvolto nei disturbi della nutrizione, un fenomeno in aumento, soprattutto fra i giovani e le donne

La giunta promuova “su tutto il territorio regionale l’utilizzo della nuova cartella socio-sanitaria unica regionale informatizzata CURE, come strumento di condivisione del progetto terapeutico-riabilitativo tra l’équipe DNA (Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione) e il coinvolgimento dell’assistito e della sua famiglia”.

L’impegno alla Regione è stato chiesto da Massimiliano Pompignoli (Lega), in una risoluzione bipartisan firmata anche da Ottavia Soncini e Francesca Marchetti (Partito democratico).

Si chiede che le linee di intervento di Dna e Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) vengano uniformate in tutte le Aziende USL della Regione. Si consideri poi l’attivazione dei “gruppi di automutuo-aiuto quale strumento di sostegno delle famiglie e persone coinvolte dalle problematiche legati ai DNA, anche con il coinvolgimento dei soggetti della rete regionale”. Vengano, inoltre, potenziati i “programmi di trattamenti integrati EBM mediconutrizionale, psicologico/psicoterapeutico, psicologico/psicoterapeutico, psichiatrico/ neuropsichiatrico e riabilitativo psiconutrizionale”. Si vuole anche dare un impulso “alla realizzazione di un coordinamento autonomo delle Associazioni di utenti e familiari che si occupano di DNA” per verificare i progetti realizzati dalla Regione. “Oltre alla formazione obbligatoria per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, valutare il coinvolgimento dei medici di Medicina del lavoro” continua l’interrogazione, che chiede anche di prevedere che “vengano altresì coinvolti in percorsi formativi adeguati le associazioni sportive, le università e il mondo scolastico”. Infine, si valuti “il rafforzamento del personale dedicato, con attenzione particolare ai neuropsichiatri infantili, nei distretti in cui è articolata la rete di supporto ai DNA”.

Nei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione “si intersecano diverse problematiche di tipo biologico, psichico, familiare e socioculturale che necessitano di trattamenti specializzati da parte di équipe che lavorano in modo integrato e che questi disturbi sono drammaticamente in aumento, con episodi di esordio in età pediatrica allarmanti” afferma Pompignoli, il quale mette in evidenza l’informativa di ottobre, in commissione Salute, sul “Programma regionale di contrasto ai Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione”.

Nel 2022, si ricorda “la Regione Emilia-Romagna ha stanziato 820mila euro per sostenere il programma di assistenza ai giovani tra i 12 e i 25 anni”. In regione, nel 2021, sono stati “2.008 i pazienti presi in carico per disturbi del comportamento alimentare, tra Centri di salute mentale (1.379 persone, il 91% donne) e Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza (629), con un aumento del 27,5% rispetto all’anno precedente (1.575). Alcune situazioni si sono aggravate tanto da richiedere il ricovero ospedaliero: complessivamente 856 persone di tutte le età, di cui 701 donne (l’81,9%)” si sottolinea.

Infine, “oltre due terzi degli assistiti (1.396, pari al 69,5%) si concentra tra i 12 e i 30 anni, con un incremento del 51,9% complessivo e del 124,4% tra i minori, rispetto al 2016, complice anche la pandemia da Covid”.