I dem in aula chiedono con un’interrogazione a risposta immediata la facoltà di adottare per il prossimo calendario venatorio i contenuti di quello riferito al 2021/22, che permetteva la caccia di tutte le specie migratorie fino al 31 gennaio.

“Ritenendo la caccia un’attività tradizionale in molte zone rurali della nostra Regione, che ha radici profonde di ordine storico e culturale ho ritenuto opportuno sottoscrivere l’interrogazione del collega consigliere Massimo Bulbi alla luce della paradossale sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto la chiusura anticipata di alcune specie del calendario venatorio durante la stagione in corso in attesa della sentenza nel merito del Tar di Bologna”. Così la consigliera Francesca Marchetti commenta la proposta avanzata dal Partito Democratico durante la seduta odierna dell’Assemblea Legislativa.

“A seguito di una lunga battaglia legale messa in atto dalle associazioni ambientaliste, si è arrivati alla pronuncia del Consiglio di Stato che ha disposto il 20 ottobre 2022 la sospensione di parte dell’ultimo calendario venatorio adottato dalla Regione in merito alla data di chiusura di alcune specie migratorie, a cui si è aggiunta la sottrazione di una giornata aggiuntiva di caccia dal 3 ottobre al 30 novembre. – prosegue Marchetti – La chiusura anticipata lede i diritti dei cacciatori, poiché́ essi si aspettano di poter cacciare per l’intera stagione per cui hanno pagato la licenza, comprese le tasse di concessione governativa e regionale. Proprio per questo abbiamo proposto l’adozione, quale prossimo calendario venatorio regionale, di quanto riportato nel documento 2021/2022, che non è stato oggetto di alcun ricorso ed è stato applicato nella sua interezza, che permetteva la caccia di tutte le specie fino al 31 gennaio, circostanze che dimostrano il buon equilibrio che tale Calendario aveva raggiunto”.

L’Assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca Alessio Mammi, ha chiarito che il calendario venatorio regionale è un processo complesso di mediazione tra regolamenti europei e nazionali, pareri di Ispra e segnalazioni dei vari uffici preposti alla vigilanza. “A seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato, la Regione Emilia-Romagna ha dovuto anticipare la chiusura di alcune specie migratorie come richiesto, – spiega Marchetti – posto che il Tar dell’Emilia-Romagna, pur sollecitato  non si è pronunciato in tempo utile entro il 31/12. Restiamo convinti che il calendario approvato a maggio 2022 rappresenti, come nelle precedenti occasioni un valido approccio alla tematica, che garantisce la conservazione delle specie cacciabili e la tutela della biodiversità e per tale ragione chiederemo che il tar si pronunci nel merito delle singole questioni oggetto di ricorso. Per quanto attiene infine la proposta di calendario 2023/24 la Regione ha avviato in queste settimane la consultazione con i portatori di interesse, che, come da prassi, potranno inviare le proprie osservazioni al settore attività faunistiche e venatorie. Una volta terminata la raccolta delle stesse gli uffici provvederanno a redigere una bozza che sarà oggetto di confronto con Ispra e con la Commissione assembleare competente, consapevoli che su questo percorso inciderà la sentenza attesa nel merito del calendario 2022/23 del tar di Bologna, la cui udienza è convocata il 16 di marzo”.