Presto l’Emilia-Romagna sarà dotata di una propria Banca regionale della Terra. Grazie al progetto di legge d’iniziativa del Gruppo del Partito Democratico sarà istituito questo nuovo strumento col triplice obiettivo di contrastare l’abbandono dei terreni e delle produzioni agricole, mantenere e incrementare la produttività di terreni, fabbricati e aziende agricole e di favorire il ricambio generazionale in agricoltura.

L’intenzione è quella di costruire una banca dati online, accessibile a tutti, nella quale censire terreni agricoli e agro-forestali, aziende e fabbricati rurali disponibili per l’affitto, la concessione o la vendita. Nella banca saranno inseriti beni di proprietà pubblica o di privati che intendano cederne la conduzione a terzi, beni sequestrati e confiscati oltre a terreni incolti o abbandonati nel territorio emiliano-romagnolo. A tali beni, secondo l’intenzione dei promotori della proposta di legge, potranno accedere giovani imprenditori agricoli di età inferiore ai 40 anni che presentino progetti innovativi e rispettosi della sostenibilità e diversità ambientale. Il funzionamento della Banca della Terra, le modalità di inserimento dei beni, i criteri e i procedimenti per l’assegnazione saranno definite da un apposito regolamento che la Giunta dovrà adottare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Agricoltura, in Emilia-Romagna, significa economia, occupazione e sostenibilità: con questo progetto di legge vogliamo rilanciare il lavoro in questo settore strategico e al contempo recuperare terreni e immobili abbandonati o improduttivi per farli diventare fonte di reddito e di sviluppo.

Si registra un sempre più preoccupante invecchiamento in agricoltura: basti pensare che nella nostra regione oltre la metà dei conduttori locali ha più di 60 anni e il 64% delle aziende agricole locali è gestito da over 55 senza successione. Di fianco a questi dati dobbiamo guardare anche quelli sul progressivo aumento degli iscritti e delle iscritte alle facoltà di scienze agrarie e le cifre sulla partecipazione al bando PSR 2015 per il primo insediamento dei giovani agricoltori (411) e dei giovani agricoltori che hanno presentato un piano strutturale associato per il PSR 2015 (315).

Leggiamo quindi un forte impulso e un crescente dinamismo da parte dei giovani emiliano-romagnoli a mettersi in gioco in questo settore e pensiamo che dare loro più possibilità per l’accesso alla terra, uno dei principali ostacoli ancora esistenti per il ricambio generazionale, sia una delle strade più utili da percorrere per dare nuova vitalità a questo settore imprescindibile per la nostra economia.

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