Promuovere una riflessione della rete educante regionale per realizzare un nuovo patto socio-educativo di comunità nel quale coinvolgere le famiglie, gli enti locali, l’ufficio scolastico regionale, la Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, le Prefetture, le forze dell’ordine,le famiglie, il mondo del volontariato, la rete dei servizi territoriali, le diocesi è l’obiettivo della risoluzione presentata dalla consigliera Francesca Marchetti in Regione proprio per definire interventi mirati in grado di dare risposte ai nuovi bisogni degli adolescenti.

“La pandemia ha avuto un forte impatto sociale e relazionale, in particolare sui ragazzi e sulle ragazze che si sono visti privati delle occasioni di socialità, condivisione e incontro, degli spazi di partecipazione e di lavoro, di studio. Nuove fragilità, manifestazioni di disagio oltre alle disuguaglianze registrano un aumento, mettendo a rischio il benessere psico-fisico di tanti ragazzi e ragazze – spiega Marchetti -. I dati dei tavoli prefettizi attivi in diverse realtà del territorio regionale, dedicati alla problematica connessa alla sicurezza urbana, hanno inoltre evidenziato significativi episodi di aggressività ed  intemperanze tra gli adolescenti. Per questo, visto l’impegno costante della Regione Emilia-Romagna a sostegno dei giovani e al contrasto di fenomeni legati al disagio, al ritiro sociale, al bullismo e cyberbullismo, e della necessità di intervenire quindi con interventi educativi e di prevenzione per dare risposta a questi nuovi bisogni; ho ritenuto opportuno sollecitare un confronto a partire dalla nostra Regione, con tutti i soggetti coinvolti, per rafforzare e rilanciare un’alleanza educativa in un nuovo patto socio-educativo di comunità, accompagnata anche da un’azione capillare di sensibilizzazione rivolta ai genitori, ai docenti, agli educatori e agli stessi ragazzi e ragazze per fornire loro strumenti e rafforzare l’importanza del benessere psicofisico come centrale della nostra azione politica. Infine, credo sia necessario rafforzare il coordinamento del processo attraverso una cabina di regia tra Regione e territori, supportata da una mappatura dei bisogni emergenti, al fine di elaborare insieme risposte efficaci e innovative per le bambine, i bambini e gli adolescenti, valutando anche la supervisione di un gruppo scientifico dell’Università. La pandemia ci ha insegnato l’importanza di una comunità unita e che si impegna insieme per rispondere ai bisogni, a maggior ragione se si parla delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. In questa sfida, le Istituzioni hanno il dovere di rilanciare e rafforzare le reti educative per il futuro delle nostre comunità analizzando la complessità che stiamo vivendo”.