Via libera in aula, dopo l’approvazione in Commissione Scuola la scorsa settimana, alle linee per gli interventi per la qualificazione e miglioramento delle scuole dell’infanzia del sistema nazionale di istruzione e in particolare delle scuole che fanno parte del sistema paritario e degli enti locali.

“Nel 2020 sono stati destinati a queste attività 6 milioni di euro – ha detto la consigliera Francesca Marchetti –. È evidente come nel tempo la strategia d’indirizzo regionale sia diventata strutturale proprio per garantire standard qualitativi e di contenuto e per affermare la crucialità della scuola dell’infanzia come diritto di formazione fondamentale ed educazione per tutti i bambini della nostra regione. Lo è ancora di più per quelli nati in famiglie in difficoltà, che attraverso queste politiche possono ridurre le disuguaglianze e contrastare la povertà educativa”.

Si tratta di un atto, denominato proprio “Indirizzi per gli interventi di qualificazione e miglioramento delle scuole dell’Infanzia”, che rappresenta uno dei tasselli di quella filosofia sottesa alle scelte che la Regione Emilia-Romagna ha compiuto nel tempo nell’ambito delle politiche educative e che collocano il bambino al centro. Un sistema integrato costruito negli anni che ha fornito virtuosi processi di scambio educativo e culturale e che, nell’anno scolastico 2019-2020, ha coinvolto 1.549 scuole sul territorio regionale (809 non statali e 740 statali), una platea di oltre 102 mila bambini che rappresentano il 93% della fascia di popolazione 3-6 anni dei nostri territori.

“Una percentuale significativa per una scuola non ancora soggetta all’obbligo – prosegue Marchetti –. Il documento approvato oggi, trae origine dalla Legge regionale 26/2001 sul diritto allo studio e fa da cornice generale ai successivi atti per migliorare l’offerta educativa della fascia pre-obbligo scolare in raccordo fra i vari servizi educativi e la scuola primaria. L’obiettivo che ci siamo dati è dare continuità agli indirizzi che costituiscono il nostro sistema integrato che mette al centro il bambino e i suoi diritti oltre a garantire la professionalità degli operatori. L’elemento caratterizzante delle linee di indirizzo è in primis l’investimento sulla figura del coordinatore pedagogico che sappiamo essere la chiave strategica per assicurare la qualità dell’offerta educativa. Altro tassello fondamentale è il miglioramento della proposta educativa, tramite la realizzazione di progetti e iniziative rivolte ai bambini e alle bambine delle scuole dell’infanzia del sistema nazionale di istruzione con peculiare riferimento alla continuità sia orizzontale che verticale e al raccordo interistituzionale tra esse, i servizi educativi per la prima infanzia e la scuola primaria. Azioni che danno impulso al confronto e alla concertazione tra le diverse realtà educative della prima e seconda infanzia, tra i diversi gestori nell’ottica di fare crescere un sistema, consentendo di rafforzare la programmazione e gli interventi nel settore dei servizi 3-6 anni, attraverso progetti di innovazione del contesto, del rapporto educativo, delle prestazioni offerte, oltre a interventi di qualificazione delle scuole.

Nelle indicazioni date a Province e Città Metropolitana per l’elaborazione dei relativi programmi, ricordiamo in particolare l’attenzione rivolta a tutti i bambini, alle famiglie e all’ambito di apprendimento, individuando per ciascuno di essi azioni volte a rafforzare e dare continuità a progetti di qualificazione come l’inclusione dei bambini con deficit e la prevenzione del disagio. Oltre alle documentazioni per garantire trasparenza nelle attività didattiche. Come Partito Democratico siamo convinti che questi indirizzi, in continuità con il solco tracciato negli anni passati, debbano anche rappresentare uno strumento flessibile in grado di seguire l’evoluzione della complessità di oggi, sociale e pedagogica, oltre che stimolare una riflessione sulle linee pedagogiche per il sistema integrato 0-6, accompagnare i cambiamenti e stimolare le innovazioni progettuali. Alla luce del dibattito che c’è a livello nazionale sarà utile accompagnare costantemente le progettualità che verranno finanziate, per garantire piena sinergia nei nostri territori e per assicurare la miglior offerta formativa fin dai primi anni di vita”.