Francesca Marchetti: “Quasi 106 mila euro per Mordano e Medicina. Dare la possibilità di decidere della propria quotidianità è un modo per non lasciare sole queste persone” 

Chi se ne prenderà cura in modo adeguato? Una domanda angosciante, che tante famiglie italiane hanno sottoposto alla politica, chiedendo di intervenire per creare degli strumenti in grado di assicurare un futuro sereno a tutte quelle persone che, con disabilità, non potranno più, ad un certo punto della loro vita, contare su un supporto familiare.

“Una risposta concreta arriva dalla Regione Emilia-Romagna – dice la consigliera regionale Francesca Marchetti –, che grazie al bando 2018 rivolto a Comuni e Unioni, soggetti del Terzo settore, associazioni di genitori e singoli familiari, ha messo in atto le disposizioni della legge “Dopo di Noi”. Nel circondario imolese arriveranno fondi nel comune di Mordano e Medicina per 105.784,35 euro a sostegno delle persone disabili e delle loro famiglie. Nello specifico a Mordano verrà realizzato un alloggio “Dopo di Noi” grazie anche al contributo di 53.032,94 euro, mentre a Medicina si eseguirà un recupero abitativo in un sottotetto di un immobile per persone con gravi disabilità con il contributo regionale di 52.751,41. Sul territorio regionale saranno finanziati 23 progetti per circa 3 milioni di euro. La Regione Emilia-Romagna ormai da anni ha avviato un programma regionale di attuazione della Legge nazionale per l’assistenza alle persone con disabilità prive del sostegno familiare, che ha permesso all’Emilia-Romagna di finanziare progetti per oltre 13 milioni di euro per il triennio 2016-2018. L’obiettivo delle nostre politiche di welfare è da sempre anche quello di garantire assistenza, indipendenza e autonomia ai disabili rimasti privi di sostegno perché orfani o con genitori anziani. Il cuore innovativo della legge sul “Dopo di noi” infatti mette al centro la possibilità per le persone con disabilità di decidere autonomamente dove, come e con chi vivere la propria vita futura, in una vera casa e non necessariamente in un istituto o una struttura speciale. Dare l’opportunità a queste persone di decidere del proprio futuro e di poter gestire la loro quotidianità in autonomia è un modo per non lasciarle sole ed includerle al meglio nella società. Queste sono le politiche socio-sanitarie che vogliamo nella nostra Regione e nel nostro Paese, perché nessuno sia lasciato solo”.