Banda ultralarga: la Regione Emilia-Romagna sblocca 10,6 milioni di euro per portare la banda ultralarga in 96 comuni rurali e di montagna.

21 sono nella provincia di Bologna: Fontanelice, Vergato, Marzabotto, Casalfiumanese, Borgo Tossignano, Loiano, Monghidoro, Castel Del Rio, Grizzana Morandi, Castel d’Aiano, Camugnano, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Monterenzio, San Benedetto Val di Sambro, Monzuno, Castel di Casio, Porretta Terme e Granaglione (fusi nel Comune di Alto Reno Terme) e Savigno (che fa parte del Comune di Valsamoggia).

I 10,6 milioni rappresentano la prima tranche di una dotazione finanziaria complessiva di circa 49,6 milioni che la nuova programmazione 2014-2020 del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) ha espressamente destinato all’implementazione delle infrastrutture digitali nelle aree rurali non ancora raggiunte delle reti in fibra ottica, con priorità per quelle dell’Appennino. Si tratta di un intervento che si inquadra nell’attuazione del piano dell’Agenda digitale regionale, che attraverso l’investimento di 255 milioni di euro tra risorse statali, regionali e comunitarie porterà entro il 2020 la banda ultra larga a 30 Megabit per secondo e a 100 Megabit per secondo rispettivamente nel 100% e nell’85% del territorio dell’Emilia-Romagna.

Praticare attività agricole in montagna, spesso, significa essere penalizzati da costi più elevati a causa di condizioni ambientali difficoltose. Ma l’investimento in questo tipo di attività e in questo specifico ambiente è una scelta strategica se vogliamo favorire lo sviluppo economico e demografico in quelle aree, rendendo più agevole fare impresa e favorendo una maggiore competitività delle aziende agricole.

Come tutte le azioni che rientrano nell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, l’intenzione è quella di creare nuove opportunità di crescita e sviluppo per l’intero territorio e migliorare l’accessibilità ai servizi digitali più avanzati.