Marchetti (Pd): “Sollecitare il Governo per riconoscere l’alopecia areata quale patologia cronica in modo da garantire l’esenzione del ticket in tutto il Paese” 

Bologna, 13/11/2019 – Approvata ieri all’unanimità in Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali la risoluzione del Partito democratico, a prima firma della consigliera Francesca Marchetti, che, oltre a prevedere contributi a favore dei malati oncologici, finalizzati all’acquisto delle parrucche, chiede il riconoscimento dell’alopecia areata quale patologia cronica da inserire tra le malattie aventi diritto all’esenzione ticket.

“Questo atto d’indirizzo impegna l’esecutivo anche a richiedere al governo nazionale il riconoscimento dell’alopecia areata quale patologia cronica da inserire fra le malattie aventi diritto all’esenzione ticket , affinché questi malati vengano sostenuti  per l’acquisto di protesi e per i trattamenti di dermopigmentazione e a istituire un tavolo di confronto e di approfondimento con le associazione dei malati affetti da alopecia areata e con il centro di riferimento specializzato del policlinico Sant’Orsola di Bologna in merito ai percorsi di cura e di riconoscimento della malattia”, commenta soddisfatta Marchetti. 

“L’Alopecia areata è una malattia autoimmune sulla quale serve sensibilizzazione da parte dell’opinione pubblica. Si tratta della perdita di capelli a zone, fino ad arrivare alla versione più aggressiva della malattia, che implica la perdita totale di peli su tutto il corpo. Oggi in Commissione l’audizione della Presidente Claudia Cassia dell’Associazione Alopecia &friends e della Dott.ssa Bianca Maria Piraccini, Responsabile dell’Ambulatorio di Allergologia e malattie degli Annessi Cutanei del Policlinico S.Orsola-Malpighi ha spiegato come sia importante fare conoscere la malattia, sostenerne la ricerca e promuovere una rete di informazione per consentire ai malati di non sentirsi soli. – afferma la consigliera – Questa patologia oltre ad impattare a livello fisico con diverse problematiche correlate, ha un impatto anche sulla qualità sociale della vita delle persone arrivando anche alla perdita del proprio lavoro. Conoscere, sensibilizzare, sostenere i malati che spesso cadono nell’esclusione per la trasformazione del primo aspetto è il primo grande passo che oggi abbiamo compiuto a livello istituzionale”.