Caliandro, Calvano e Marchetti (Pd): “Soddisfazione del Pd per un’iniziativa che ora speriamo venga estesa a tutto il Paese e che riconosce un vero e proprio diritto per le donne”

“Come Pd avevamo chiesto l’impegno della Giunta regionale affinché i malati oncologici potessero avere un contributo per dotarsi della parrucca. Oggi quell’impegno è diventato realtà. Ed è un grande risultato, una scelta che va nella giusta direzione di stare vicino alle persone che soffrono, soprattutto alle donne. Le parrucche per queste pazienti rappresentano veri e propri presidi sanitari che aiutano ad affrontare un forte disagio psicologico dettato dalla malattia ed è giusto che siano riconosciuti come tali”. Sono soddisfatti i consiglieri Stefano Caliandro, capogruppo, e Paolo Calvano, segretario dei dem dell’Emilia-Romagna, della misura presentata oggi dal Presidente Bonaccini e dall’Assessore Venturi e che consiste in un contributo una tantum di 400€ per chi, a seguito di radio o chemioterapia, subisce la perdita dei propri capelli.

“Un contributo che viene riconosciuto indipendentemente dal reddito o dall’Isee della paziente, perché davanti a una malattia subdola come il cancro non si devono fare distinzioni” aggiungono Caliandro e Calvano.

“È un’iniziativa che non risponde solo ad un bisogno reale, ma che in più, in modo concreto e discreto, avvicina le Istituzioni a chi è impegnato in un difficile percorso di cura e sofferenza. Penso sia un significativo risultato che concorre a dare più forza alle donne. L’auspicio, ora, è che si possa intervenire anche nei casi di perdita di capelli a seguito di una malattia autoimmune come l’alopecia areata” aggiunge Francesca Marchetti, che insieme a Caliandro, Calvano e ad altri colleghi consiglieri del Gruppo Pd, aveva presentato una risoluzione con la quale chiedeva proprio un impegno di questo tipo alla Regione.

“La nostra battaglia non si fermerà qua. Ora – concludono i consiglieri dem – ci rivolgeremo al Ministero della Salute per chiedere di inserire queste prestazioni nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e nel Patto per la salute affinché diventi un diritto in tutto il Paese”.