Verificare la piena legittimità del contratto nazionale e la sua coerenza rispetto agli obiettivi del sistema di accreditamento regionale

Le ombre del contratto collettivo nazionale siglato da ANASTE (Associazione Nazionale Strutture Terza Età) per il settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e valido nel triennio 2017-19, destano forti perplessità. A riguardo, insieme ad altri colleghi del Gruppo Assembleare del PD in Emilia-Romagna [prima firmataria Luciana Serri] ho depositato una formale interrogazione alla Giunta.

Il contratto è arrivato otto anni dopo l’ultimo rinnovo, ma dal tavolo della trattativa si erano già allontanati i sindacati sottoscrittori del precedente contratto FP CGIL, FP CISL, UIL UILTUCS, UIL FPL per denunciare alla mancanza di volontà da parte di ANASTE a rivedere contenuti squalificanti per i 20.000 operatori socio-sanitari italiani. Addirittura nel contratto collettivo sottoscritto nell’aprile scorso non è prevista la figura dell’OSS, figura perno del sistema dell’accreditamento regionale emiliano-romagnolo.

La nostra Regione in questi anni si è fortemente impegnata sul tema dello sviluppo economico, nell’ottica costituzionalmente definita di condizione basilare per il progresso sociale e civile della comunità. Il settore socio-sanitario ha bisogno di competenze e professionalità, non certo di svilire i lavoratori con condizioni contrattuali che inevitabilmente si ripercuoteranno sulla qualità delle prestazioni.

Inoltre il sistema di accreditamento, finanziato anche da risorse regionali, non può permettersi una dequalificazione complessiva, a partire dalle condizioni degli operatori, nelle strutture accreditate. Fatte queste premesse reputo opportuno sapere se la nostra Regione non ritenga di intervenire nelle sedi opportune affinché sia verificata la piena legittimità dei contenuti del CCNL ANASTE e di verificarne la coerenza rispetto agli obiettivi che la Regione Emilia-Romagna si è posta promuovendo il Patto per il Lavoro, che fissa sia traguardi quantitativi come la piena occupazione, ma soprattutto qualitativi ovvero la buona occupazione.