OGGETTO 3887: Risoluzione per impegnare la Giunta – definiti, in sede di indirizzi assembleari, criteri di equità ed omogeneità delle politiche tariffarie applicate dai comuni per i servizi di nido per i bambini della fascia 0-3 anni – a sostenere, anche economicamente, un abbattimento delle tariffe per le famiglie più disagiate. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Boschini, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi, Mori, Rontini, Rossi Nadia, Iotti, Soncini, Poli, Caliandro, Cardinali, Ravaioli, Bessi, Lori, Bagnari, Montalti, Paruolo

MARCHETTI Francesca: Alcune valutazioni perché credo sia necessario fare il quadro rispetto all’atto presentato dai 5 Stelle, e perché abbiamo ritenuto necessario presentare un atto più coerente con quanto abbiamo approvato in questa sede a fine novembre rispetto ai servizi educativi.

Intanto vorrei fare un quadro rispetto a come la Regione Emilia-Romagna si colloca per qualità dei servizi educativi della prima infanzia, in una scala rispetto agli obiettivi dettati da Lisbona, importante rispetto al raggiungimento di quegli obiettivi. La nostra Regione, più che ogni altra Regione in rapporto alla popolazione, è l’unica, in termini di servizi, ad aver superato l’obiettivo dato del 33 per cento. Ricordo infatti che noi ci collochiamo al 35,5 per cento di posti disponibili, in relazione al totale dei bambini in età d’accesso.

Cito questo dato perché ritengo fondamentale che si riconosca o che venga perlomeno citata, ce lo siamo già detti tante volte, la tradizione della nostra Regione in questo campo, che è frutto di accorte e continue politiche di investimento, portata avanti e costruita insieme agli enti locali, con il sostegno della Regione, in un sistema integrato pubblico-privato, che vede anche il pieno coinvolgimento dei gestori, nel rispetto di regole e princìpi comuni.

Credo che questo sia importante riconoscerlo perché è stato anche la base, la trama su cui poi sono nate le modifiche della legge dei servizi per l’infanzia.

Vengo al tema delle rette, incardinato in capo ai titolari dei servizi, costituiti appunto da enti locali o soggetti privati. Mi dispiace che non venga ricordato come invece questo tema sia stato importante nella legge che abbiamo approvato di recente, proprio per un impegno preso – l’abbiamo proprio scritto in legge – rispetto alle politiche tariffarie nell’ambito di quanto ci compete. Credo sia importante ricordare cosa prevede l’articolo 10. Tra le funzioni della Regione riguardo all’approvazione in Assemblea degli indirizzi, al comma 2 si afferma che questi stessi indirizzi individuano, tra l’altro previo parere di ANCI in Emilia-Romagna – ricordo che anche questo fu frutto di una discussione condivisa anche con altre componenti delle minoranze – criteri di equità e omogeneità delle politiche tariffarie, applicate dai Comuni per i servizi della legge che riguardano anche la compartecipazione degli utenti ai servizi medesimi.

Ho tenuto a ribadirlo perché ritengo che quell’impegno fosse pieno di contenuti che abbiamo intenzione di continuare e ai quali verrà dato seguito – siamo all’interno di una discussione rispetto alle direttive e agli indirizzi che verranno poi redatti.

Credo però che quando si parla di tariffe non si possano non citare gli enti locali con i quali andrà costruito un percorso. Dobbiamo riconoscere che già molti dei nostri Comuni si basano sui criteri di progressività quando parliamo di tariffe per i servizi educativi. Essendo il sistema tariffario dei servizi a titolarità pubblica, competenza dell’ente locale che ne detiene le potestà, è fondamentale sicuramente il contributo che la Regione può dare come elemento di sostegno per il sistema dei servizi. Ma credo anche che questo sostegno finanziario non possa prescindere – e quindi da qui il fatto che riteniamo più coerente il nostro atto con gli obiettivi che ci siamo dati nella legge, e che pensiamo venga dimenticato nell’atto presentato dalla risoluzione dei 5 Stelle – dal fatto che siamo anche all’interno di un percorso di evoluzione normativa che proprio pochi giorni fa ha visto a livello nazionale la firma dei decreti delega per il segmento 0-6. Questa cornice complessiva, quindi, prevede l’istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni, ridefinirà anche il segmento 0-6. A breve ne conosceremo il testo; ridisegnerà il sistema di responsabilità. L’obiettivo che abbiamo letto è quello che siano maggiormente condiviso tra Stato, Regioni e Comuni e le relative previsioni anche a carico del bilancio dello Stato.

Ritengo che la Regione sia impegnata a ridefinire le direttive che citavo prima, relative all’autorizzazione e al funzionamento, e a redigere anche una nuova direttiva sull’accreditamento, dove questo aspetto appunto deve venire considerato.

Concludo dicendo quindi che la Regione, ribadisco, non ha il potere di definire le rette dei servizi erogati e finanziati in modo prioritario dagli altri soggetti. Siamo in una fase di evoluzione normativa e di una determinazione delle risorse finalizzate e dedicate dallo Stato a sostegno di questo nuovo sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni. Noi riteniamo quindi di approvare, riconoscendoci, l’oggetto 3688. Abbiamo messo per primi in legge, per iscritto, questo tema che verrà riproposto all’Assemblea legislativa in sede di discussione degli indirizzi. È ovvio che l’analisi e il rapporto dell’Istat ci pongono di fronte un certo quadro: anche con altri strumenti abbiamo cercato, rispetto alle nuove povertà, di dare delle risposte. Ricordo l’approvazione recente del RES, anche questo, prima di Natale.

Quanto al tema della conciliazione – veniva riportato il dato delle donne che per prime forse soffrono di più della crisi economica –, questa Regione credo che possa vantare una serie di strumenti di politiche del lavoro. Credo che sia importante ribadire quanto è stato fatto, l’impegno che abbiamo preso e come, in questo momento di evoluzione, riteniamo che sia più opportuno e coerente muoverci rispetto al tema delle politiche tariffarie.

MARCHETTI Francesca: Grazie.

Desidero fare due rapide precisazioni. In primo luogo, dopo aver preso visione dell’emendamento proposto dalla Lega Nord, dichiaro che non intendiamo aprirci a questa disponibilità perché, come più volte ribadito anche in sede di legge, riteniamo che l’accesso ai servizi educativi abbia un obiettivo ancora più alto, che è quello universalistico e di non privilegiare nessuno ma, casomai, di dare pari opportunità a tutti. Ho voluto ribadire questo particolare aspetto, in quanto nel mio precedente intervento non l’avevo specificato.

In secondo luogo, mi dispiace la dietrologia della collega Sensoli, la quale diceva: se non fosse stata presentata questa risoluzione dal Movimento 5 Stelle chissà se si sarebbe posto attenzione al tema. Ebbene, tengo a ribadire che il tema è stato messo in legge, l’impegno è stato assunto ed è scritto sulla carta, quindi ritengo che sia un po’ pretestuosa un’affermazione di questo genere.

MARCHETTI Francesca: Come ribadito, non ci esprimeremo a favore del testo, a maggior ragione con l’emendamento proposto dalla Lega Nord, perché crediamo che i servizi educativi si debbano abbinare alle pari opportunità per tutti. Addirittura nel testo compare il termine “privilegiare”, ma credo che, quando si parla di bambini e di accesso ai servizi educativi, sia anche un po’ coraggioso sul piano costituzionale.

Ribadiamo, pertanto, che sul testo, soprattutto con l’emendamento, il nostro parere non sarà favorevole perché, come già detto, riteniamo il nostro testo più coerente con la legge approvata da poco. E non si tratta, cara consigliera Sensoli, di piantare delle bandierine, casomai si tratta di essere coerenti con un impianto che è stato condiviso e che non può prescindere dal ruolo degli Enti locali e dei nostri Comuni.

MARCHETTI Francesca: Va bene.