Il Reddito di Solidarietà è legge in Emilia-Romagna. Marchetti e Poli (PD): ‘Non una misura assistenzialistica ma un vero e proprio patto con i beneficiari per impegnarsi a re-inserirsi nel lavoro e nella società’

“Il Reddito di Solidarietà è la nuova misura di contrasto alla povertà e sostegno al reddito dell’Emilia-Romagna. La legge regionale che lo istituisce è a firma PD e SEL: il progetto, da noi sottoscritto, venne depositato dopo un importante lavoro iniziato da tempo insieme ai colleghi della maggioranza e all’Assessorato al Welfare. – richiamano i Consiglieri regionali PD Francesca Marchetti e Roberto Poli – Il lavoro è proseguito coinvolgendo associazioni, sindacati e terzo settore e pensiamo che sebbene non si tratti di una misura risolutiva rispetto ad un disagio diffuso, sia una risposta concreta alle difficoltà di tanti”.

“Da settembre 2016 il Governo ha previsto per i più poveri il Sostegno per l’Inclusione Attiva, una misura che ricalca in parte quella da noi approvata. Nella nostra Regione facciamo un passo più lungo, raddoppiando il budget a disposizione rispetto a quello definito per tutto il territorio nazionale e allargando la platea dei potenziali fruitori del SIA, ai quali comunque non potrà essere riconosciuto in aggiunta anche il RES. – spiega Roberto Poli – Mettiamo a disposizione quindi 35 milioni di risorse regionali proprie per quelle le famiglie emiliano-romagnole, circa 35 mila, che vivono al di sotto della soglia di povertà”.

Potranno accedere al Reddito di solidarietà i nuclei familiari, anche unipersonali, di cui almeno un componente sia residente in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi, con Isee inferiore o uguale a 3mila euro. L’accesso al Reddito di solidarietà è incompatibile con la fruizione da parte di ciascun membro del nucleo familiare della Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) o dell’assegno di disoccupazione (Asdi), o di altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria. Per ottenerlo si dovrà fare domanda ai servizi sociali del comune di residenza; seguirà la presa in carico del nucleo famigliare con attivazione di un progetto di re-inserimento personale. Il beneficio sarà poi erogato tramite carta prepagata da parte dell’INPS. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale emanerà un regolamento attuativo della norma.

“L’aspetto davvero innovativo del Reddito di Solidarietà è che dovrà essere accompagnato da un progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, concordato e sottoscritto dai componenti maggiorenni del nucleo familiare, dal referente del Servizio sociale del Comune e, in caso di proposte per l’inserimento lavorativo, dal Centro per l’impiego. Non è una misura prettamente assistenzialistica quindi, ma un progetto per il re-inserimento nella società di chi ne risulta ai margini e si impegna per tornare ad essere soggetto attivo nella propria comunità. La misura dà quindi luogo a un vero e proprio patto tra erogatori e beneficiari, a fronte della corresponsione del contributo economico, ci deve essere uno specifico impegno del nucleo familiare a garantire la frequenza scolastica dei figli, a cercare lavoro e più in generale a ri-attivarsi per uscire da una situazione di disagio temporaneo”. puntualizza Francesca Marchetti.

“Con questa misura l’Emilia-Romagna si pone ancora come apripista rispetto alle altre Regioni italiane, nessun’altra infatti ha ancora definito qualcosa di analogo al nostro Reddito di Solidarietà. – concludono i consiglieri PD – Per noi è una questione di dignità e di piena inclusione affinché anche agli ultimi sia data la giusta attenzione e la possibilità di attivarsi per uscire da una situazione di disagio”.