Marchetti (PD): ‘Dibattito e confronto per riaffermare il valore della solidarietà e ridefinire nuove progettualità condivise’

 

A 30 anni esatti dal disastro nucleare di Chernobyl, la Regione Emilia-Romagna e l’Assemblea Legislativa, nella mattinata di oggi martedì 26 aprile, hanno organizzato un seminario che è servito a fare il punto sulle politiche di supporto alle associazioni – tra le quali le firmatarie del protocollo associazioni firmatarie del “Progetto regionale Chernobyl”  –  che si sono occupate dell’organizzazione dei soggiorni temporanei di bambini provenienti dalle zone di Bielorussia e Ucraina, ospitati sia presso famiglie emiliano-romagnole, sia in strutture collettive . Durante il seminario è intervenuto anche un rappresentante dell’associazione Imolese “Insieme per un futuro Migliore”.

Da trent’anni l’Emilia-Romagna accoglie minori di 14 anni provenienti dalle zone più coinvolte dal disastro nucleare. Dal 1986 sono stati complessivamente 11.434 i bambini e le bambine ai quali, oltre all’accoglienza che è a carico delle Associazioni regionali di solidarietà, il servizio sanitario regionale garantisce accertamenti sanitari non eseguibili nei loro Paesi di origine: visite mediche specialistiche e controlli diagnostici adeguati di patologie conseguenti all’esposizione alle radiazioni o al contatto con sostanze contaminate, oltre a visite pediatriche ed ecografie tiroidee a scopo di prevenzione.

All’iniziativa è stato presentato, in anteprima, il film documentario dell’autore imolese Mauro Bartoli “Nascono i fiori”, dedicato alla tragedia di Cernobyl.

“Sono orgogliosa che la produzione di Bartoli venga presentata in anteprima in questa sede istituzionale e spero che da qui ne parta un’ampia divulgazione. È grazie anche al suo lavoro che scopriamo come in Bielorussia, dopo che dagli anni ’90 ne è stata proclamata l’indipendenza, gli scambi internazionali pensati per consentire ai bambini e alle bambine che vivono nelle zone contaminate di trascorre un po’ di tempo lontano dalle radiazioni e per disintossicarsi, sono stati oltre 500.000 tanto che oggi l’italiano è la seconda lingua per diffusione in Bielorussia. Questa è insomma una bella storia di accoglienza che va raccontata: trasmette emozione, speranza, come nascano i fiori anche dove sembra impossibile” riporta la Consigliera regionale PD Francesca Marchetti.

“Il trentesimo anniversario ci serva per ricordare i problemi ancora non risolti e legati alla tragedia, ma anche per affermare che per i bambini di Cernobyl c’è ancora la speranza per un futuro migliore. – ha commentato Francesca Marchetti, intervenendo al seminario – L’impegno delle associazioni e delle istituzioni regionali che in trent’anni hanno permesso a centinaia di bambini, ogni anno, di essere accolti, curati e tenuti sotto controllo in Emilia-Romagna e una giornata come quella organizzata oggi, dimostrano come ci sia lo spazio per la ri-partenza e il rilancio di nuove progettualità e sinergie. Il confronto e il dibattito ci permettono di muoverci verso un’integrazione di intenti, progetti ed esperienze e di riaffermare il valore universale della solidarietà. Ora dobbiamo guardare ai nuovi bisogni che questa catastrofe così lontana nel tempo ha ancora nel presente con i suoi effetti sulle persone, rinnovando l’impegno e la consapevolezza anche della nostra comunità emiliano-romagnola”